NESSUN PROGETTISTA SI PUÒ ESIMERE DAL FARE (O FAR FARE) IL RILIEVO CONOSCITIVO INIZIALE
Oggi noi Rilevatori abbiamo a disposizione tecnologie che sino a qualche anno fa sembravano solo presenti nei film di sci-fi: stazioni totali robotizzate con le quali puoi rilevare e picchettare da solo, gps che mantengono fisso il segnale anche in situazioni proibitive, laser scanner ultraleggeri che pesano meno della borsa di una Donna, droni con dimensioni pari a un iPhone X e così via.
Ottime tecnologie che anche a me, come ad altri colleghi, hanno cambiato il modo di lavorare nel corso di questi anni, migliorandolo, in prospettiva di dare un risultato alla Committenza sempre più affidabile e con maggiori informazioni possibili.
Però credo che se non ci sono a valle delle basi conoscitive dei metodi di rilievo queste nuove strumentazioni a cui manca solo di fare il caffè possano avere un effetto inverso per il quale sono state concepite, ovvero creare errori! E sappiamo tutti bene quanto sia imbarazzante sentirsi dire dalla Committenza che il rilievo commissionato è fuori tolleranza.
Mi trovo spesso a parlare con le nuove leve le quali mi dicono “beh a che serve rilevare a mano e saperlo fare, quando hai il laser scanner che fa tutto!!!!”.
Pensiamo al laser scanner appunto, strumentazione che è sul mercato ormai da qualche decennio ma che per i suoi elevati costi non ha mai avuto un’ampia diffusione e che è stato preso in considerazione sempre e solo per lavori particolari e di nicchia (beni vincolati). Oggi, come è successo per tutti gli strumenti i prezzi di acquisto sono minori, più accessibili e molti studi si sono dotati di laser scanner per differenziare le tipologie di rilievo, ampliare il proprio pacchetto clienti o come dicevo prima per dare al Committente un lavoro sempre migliore tant’è che mi sento spesso dire “Fabio devo fare una planimetria catastale mi vai a rilevare l’appartamento con il laser scanner??”.
Il laser scanner è bellissimo, affascinante e misterioso con una bella donna!!! Lo monti, metti giù i tuoi riferimenti e spingi un pulsante e come per magia hai il rilievo di tutta la tua stanza. “spettacolo direbbero tutti… ma si dai spingi un pulsante e fa tutto lui”.
Ma chi usa il laser scanner sa benissimo che sono rari i casi dove lo strumento possa vedere tutto senza problemi e che anche facendo scansioni raffittite comunque rimane sempre quel punto o zona nascosta, magari un armadio che copre lo spigolo, tende a ricoprire le pareti, scatole impilate nelle soffitte, un sottoscala non accessibile, essenze poste sugli spigoli esterni dell’edificio. Per cui come agiamo? Lasciamo tutto al caso oppure ci armiamo di metro, foglio penna e calamaio e integriamo il rilievo laser scanner con alcune misure che poi chi digitalizza posso riuscire a fare un buon lavoro?
Parliamoci chiaro non è detto che fare quest’ ultimo passaggio sia scontato e molte volte non viene neanche preso in considerazione da chi rileva. Perché magari ci si affida completamente al laser scanner e non ha la visione globale del lavoro che sta eseguendo, rapportato alla singola scansione che può avere punti ciechi, perché magari chi rileva non ha competenze specifiche di restituzione in back-office e talvolta (spesso) non è la stessa persona che restituisce per cui guarda solo il suo piccolo orticello o perché magari dopo 10 ore di rilievo qualcosa può sfuggire, siamo tutti umani.
Tralasciando l’ultima ipotesi e che sia chiaro, succede di sovente a tutti, ma negli altri casi deve essere imperativo l’integrazione del rilievo strumentale con quello manuale, se si vuole avere un risultato finale ottimale.
Ho preso per esempio il laser scanner ma avrei potuto benissimo prendere per esempio la stazione totale o gps: se abbiamo zone non accessibili dal canneggiattore oppure non visibili dalla stazione causa fogliame o altri impedimenti oppure dove il segnale gps è scarso a un certo punto siamo obbligati a monografare la zona non accessibile ed un rilievo manuale potrebbe essere l’unica soluzione per avere i dati che ci servono per concludere il lavoro.
Detto ciò oggi il mercato della strumentazione ci offre un’ampia gamma di strumentazione per eseguire i rilievi più disparati ma dobbiamo essere tutti consci del fatto che i metodi basilari di rilievo non potranno mai essere sostituiti da un pulsante o una macchina fotografica; diciamo che possono essere integrati, quello sì. Ogni strumento è stato creato per un utilizzo specifico e non potrà mai sostituire l’altro ma eventualmente implementarlo. Ad esempio, il gps non potrà mai sostituire completamente la stazione totale per i motivi che sappiamo tutti, ma i due sistemi posso interagire ed integrarsi tra di loro. Un rilievo di un lotto di terreno eseguito da drone non potrà mai avere le stesse precisioni di un rilievo strumentale ma i due sistemi posso interagire e aumentare i dati reperiti in campo.
Ma quale strumento scegliamo per il nostro rilievo? Bella domanda… in realtà la domanda che ci dobbiamo porre in primis non è solo una ma tante, ovvero:
- Quale è l’oggetto del rilievo?
- Che estensione ha l’oggetto del rilievo?
- Dove si trova l’oggetto del rilievo?
- A che cosa è finalizzato il rilievo?
- Quali tolleranze dobbiamo rispettare?
- Ci sono impedimenti al rilievo?
- Quando devo eseguire il rilievo?
- Che cosa devi restituire al Committente?
- Siamo in grado di svolgere quello che ci è stato richiesto?
Queste a mio avviso sono le prime domande che ci dobbiamo porre, alcune delle quali il Committente non può esimersi dal rispondere e che ci servono anche per formulare il preventivo di spesa. Ottenute le risposte allora possiamo decidere quale strumentazione utilizzare.